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Funzionalismo ed Industrial Design

La nostra dialettica, interna e con i nostri visitatori, continua ininterrotta e sempre nuovamente risolta rispetto IL FUNZIONALISMO PENSATO FINO IN FONDO. Affermare che le forme e l’organizzazione di un edificio, discenderebbero, direttamente e necessariamente, dal rapporto tra l’individuo che stabilisce lo scopo e lo scopo, sarebbe semplicistico, la cosa è assai più complessa.

Confortati da esperienze teorico–pratiche e per facilitare la dialettica, ci arroghiamo, se pur indegnamente, la libertà di aggiungere ad un QUADRUPLICE ORIZZONTE FUNZIONALE, un quinto orizzonte: ORIZZONTE FUNZIONALE di INDUSTRIAL DESIGN ed INGEGNERIZZAZIONE DEL PRODOTTO. Come abbiamo già avuto modo di affermare, esso rappresenta, al nostro interno e non solo, il fulcro sul quale far leva per favorire e stimolare, sempre più, la ricerca per una TECNICA a servizio della RAGIONE e della CREATIVITÀ.

ORIZZONTE FUNZIONALE di INDUSTRIAL DESIGN ed INGEGNERIZZAZIONE del PRODOTTO:

Progetto di concorso nella realtà Contemporanea.

Teoria da Analisi Progettuale: un prodotto industriale non è, a rigore, un oggetto perché non individua nel fruitore un soggetto, è semplicemente un’unità in una serie a cui corrisponde una serie di fruitori. E’ però un segno (semiotica), precisamente un segno di un certo sviluppo tecnologico; il campo è l’area in cui il prodotto si diffonderà, contrassegnandola col segno di quello sviluppo.

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Le funzionalità dell’architettura

La funzionalità dell’architettura è una cosa assai complessa. Non è un semplice rapporto tra l’individuo che stabilisce lo scopo e lo scopo dal quale, direttamente e necessariamente, discenderebbero la forma e l’organizzazione dell’edificio.

Vi è dunque un quadruplice orizzonte funzionale e nessuno di questi orizzonti deve coincidere (né coincide) con gli altri, ma sono in reciproco rapporto e si influenzano a vicenda.

ORIZZONTE FUNZIONALE DALLO SCOPO ATTUALE

ORIZZONTE FUNZIONALE DALLO SCOPO COME FATTO STORICO

ORIZZONTE FUNZIONALE DELLA COLLETTIVITà ALLA QUALE APPARTENGONO IL COMMITTENTE E L’ARCHITETTO

ORIZZONTE FUNZIONALE INDIVIDUALE

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La funzione estetica

 

 

Dapprima con empirismo, oggi con cognizioni scentifiche, dall’orizzonte funzionale della scopo attuale, all’orizzonte funzionale individuale e della funzionalità sociale, ci sentiamo, come gruppo impegnati e lottiamo per raggiungere e far raggiungere risultati soddisfacenti alla nostra committenza sia individuale che collettiva.

 

Funzioni fittizzie, negligenza, ignoranza, pietrificazione del processo di sviluppo sono rischi che non corriamo, non appartengono alla nostra forma mentis.

 

Guardiamo alla funzione estetica in rapporto con le altre funzioni, in opposizione dialettica con esse, ma sappiamo che questa può costituire il ponte per il quale si passa dalla stratificazione passata a quella futura ed è quindi un processo di sviluppo e rivelatrice di cambiamenti.

 

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Pensare funzionalisticamente

Sappiamo che già dalla seconda metà del secolo XIX, si inventò la casa d’affitto stilisticamente eclettica, dalla disposizione interna non funzionale. Si poneva l’accento principalmente sulla facciata, alla quale spesso si sacrificava l’interno, già deformato dalla considerazione per il “LUCRO”.

 

Soltanto l’architetto funzionalista, posto di fronte al compito di costruire si pone il problema: a che serve? E confronta la disposizione interna della casa collo scopo a cui serve.

 

La risposta a quella domanda sembra dapprima assai facile; viene concepita infatti in modo analogo come per la macchina: casa – macchina da abitare, cioè in sostanza “uni funzionalmente”. Il fatto di abitare è concepito come un insieme di fini del tutto definiti, univoci, dati dai singoli tipi di attività della vita; il compito dell’architetto sarebbe quello di scoprire questi fini e di adattarvi le singole parti dell’abitazione e della casa.

 

PER QUANTO CONCERNE LA NOSTRA ESPERIENZA LAVORATIVA, LA PRASSI MOSTRA IN MODO EVIDENTE CHE LE FUNZIONI NON SONO COSI UNIVOCHE, MA CHE ESSE AL CONTRARIO SI COMBINANO IN SINTESI ASSAI COMPLESSE.

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Eterogeneità Professionali

Quanto fin qui si è cercato di palesare chi siamo, non può sottrarci dal dimostrare quanto legittime siano le prestazioni del nostro gruppo GG progetti che, nonostante le eterogeneità professionali in esso presenti, punta a raggiungere quell’unità da cui nasce la vera “Architettura”, pensando fino in fondo il funzionalismo al quale l’industrializzazione ha dato luogo.

Ideativa ed Estetica: Architetto.

Analitica – Scienza delle costruzioni – Industrial Design – Ingegnerizzazione del prodotto: Ingegnere.

Pratica realizzativa capace di valutare: Costruttore.

Infine, l’Arte, come scienza Europea, non può e non deve sentirsi esclusa da ogni rapporto col progresso tecnologico, ripiegando soltanto su posizioni di scadente e scaduto mestiere. Ne deduciamo che, senza la presenza collaterale dell’Artista, la produzione industriale non ha esiti conoscitivi.

Dopotutto, se al paganesimo è succeduto il cristianesimo; all’alchimia la scienza; al feudalismo le monarchie e poi lo stato borghese; all’artigianato l’industria; CHE COSA PUO SUCCEDERE ALL’ARTE?

Come abbiamo già affermato e vissuto, a volte inconsciamente, attraverso la nostra esperienza lavorativa, l’avverarsi della teoria che, l’Architettura, nonostante la sua posizione eccezionale è fatalmente legata alle altre arti. La sua contraddizione dialettica fondamentale vale in sostanza per ogni arte, la si può esprimere come una lotta ininterrotta tra, la tendenza al predominio della funzione estetica sulle altre e la tendenza al predominio delle altre funzioni su quella estetica.

Negli ultimi decenni prima della seconda guerra mondiale il FUNZIONALISMO (generato dall’INDUSTRIALIZZAZIONE) penetra, espresso o inespresso ma con efficienza, l’intera sfera del pensiero e della creazione umana. Sarebbe difficile rispondere alla questione se esso abbia portato profitto all’umanità in questa sua forma originaria. Se pensiamo alle grandi conquiste PRATICHE e TEORICHE alle quali il pensiero FUNZIONALE ha dato impulso, possiamo vedervi una grande tappa nella storia dell’uomo; se però penseremo all’uomo privato della sua piena naturalezza e reso simile a una rotella nella macchina, CHE PERDE IL SUO SENSO SE E’ STACCATA DALLE ALTRE, ci assalirà la tristezza. La più perfetta organizzazione delle condizioni materiali di vita, il più alto livello di vita generale non possono sostituire quella possibilità di sviluppare pienamente le proprie capacità che per esempio nel Rinascimento fiorì cogli esemplari fenomeni di pittori che erano contemporaneamente scultori e architetti, poeti e anche anatomisti, fisici, ingegneri, diplomatici. E pensiamo non soltanto a questi fenomeni eccezionali ma anche all’uomo in generale, allo svilupparsi illimitato delle sue capacità e tendenze, all’uomo che ha il tempo e la possibilità di esaminare la realtà in tutti i suoi aspetti. L’equilibrio del rapporto funzionale tra l’uomo e il mondo è stato turbato – dobbiamo per questo condannare il FUNZIONALISMO? Sarebbe altrettanto ridicolo come distruggere L’INDUSTRIALIZZAZIONE. Il funzionalismo non può essere né rifiutato né dimenticato, può soltanto essere PENSATO FINO IN FONDO.

Nella gg – progetti, nessuna delle professionalità presenti potrà mai essere paragonata a quella rotella nella macchina che, staccata dalle altre, perderà il suo senso. A partire dal settore INDUSTRIAL DESIGN ed INGEGNERIZZAZIONE DEL PRODOTTO, che, all’interno del gruppo, rappresenta il FULCRO sul quale far leva per stimolare, sempre più, la ricerca per una TECNICA a servizio della RAGIONE e della CREATIVITA. Cosa significherebbe pensare fino in fondo il FUNZIONALISMO se non avessimo, professionalmente, l’ambizione di raggiungere un EVENTO ESTETICO? Dichiarato tale perchè significherebbe riconoscere che realizza un’intenzionalità, pone un valore: Significa cioè giudicarlo e, giudicandolo, CONSEGNARLO ALLA STORIA.